Come sempre con l’inizio di un nuovo anno arriva un po' di retorica la Befana con la sua immagine ancestrale di donna che premia i buoni e punisce i cattivi. E’ difficile però trovare parole non retoriche nel commentare i fatti reali che procedon più o meno sempre uguali con la loro iniqua dispensa di bene e male.
Agitu Ideo Gudeta è stata uccisa e violentata da un collaboratore nella sua azienda “Le capre felici” nella valle dei moeni in Trentino. La sua vita è incredibile per la caparbietà di lottare e resistere : studia in Italia per tornare in Etiopia a proporre un’ agricoltura sostenibile, li lotta contro le multinazionali dell’ agri businness e contro uno stato colluso fino a che le minacce la costringono a fuggire in Italia. In Trentino inizia una attività casearia con razze autoctone di capre. Resiste alle persecuzioni di alcuni abitanti della zona, aggressioni fisiche e verbali, all’uccisione di capi del suo bestiame portando avanti il semplice sogno di essere contadina e produttrice. Nella sua vita ha ricevuto i colpi di tutto quello che ostacola la vita di una donna che sogna di vivere del suo semplice lavoro con la terra, compreso lo strapotere di un genere sull’altro. Per quanto particolarmente caparbia, la vita di Agitu, è quella delle migliaia di donne che lavorano e lottano quotidianamente nelle nostre campagne per essere se stesse e seguire i propri sogni.
Come Mercatiniera, come persone che vivono di queI sognI, crediamo di conoscere bene quei macigni che a volte si palesano come semplici sassolini in una scarpa a volte sono vere e proprie valanghe che ci condizionano la vita. In primis l’idea che lavorar la terra e i suoi frutti, vivere a contatto con essa siano cose da uomini. Sassolini come quelli passati da qualcuna di noi per poter aver scritto “contadina” sulla sua carta d’identità. Fastidiosi sassolini quando in un consorzio esisti come “la moglie di chi?”. Lo slancio paternalistico per evitarti uno sforzo fisico come se fossi inabile . Le battute nel bar del paese o quella sensazione di timore nell’essere sola nel buio della campagna, sotto stelle e splendidi silenzi ma con il rimando a spettri fin troppo concreti nell’atteggiamento di un vicino ….
Il semplice dato di fatto, che sempre più donne scelgono di vivere del proprio lavoro con la terra, con la coerenza delle proprie scelte e con la bussola dei propri principi, sta portando sempre piu realtà a doverci fare i conti. Questo, come abbiamo detto porta a criticità, come è risultato letale per Agitu, ma porta anche ricchezza come crediamo succeda in esperienze come quella della Mercatiniera. Crediamo di aver avuto il lusso di crescere come forse sarebbe normale: con il semplice dato di fatto che siamo composti da uomini e donne che fanno le medesime cose, con le medesime abilità e volontà. E con gli stessi sogni e necessità. In un confronto intimo che palesa oltretutto la liquidità, in ognuno di noi , di quello che viene definito maschile e femminile.
Non è che dopo tutto vien da sé, perché secoli di prevaricazione si palesano quotidianamente, ma forse il conoscersi nella praticità del lavoro, nello scambio di saperi, opinioni e sensibilità, nell’intrecciarsi di relazioni di fiducia, nella quotidianità più semplice, porta a viversi più facilmente come persone e basta. Allo stesso tempo è necessario valorizzare ogni azione di contrasto e di lotta contro gli stereotipi di genere, il sessismo e il maschilismo: acquisizione di consapevolezza, autodifesa, radicale messa in discussione dei modelli culturali e dei comportamenti sessisti, rifiuto della divisione sessuale del lavoro. Sono questi gli antidoti più efficaci.
Crediamo inoltre che la scelta di chi ricerca l'armonia con la terra e con gli esseri che la abitano e lo sforzo di agire coerentemente a questi principi siano un esempio di pratica contro questo sistema estrattivista e sessista che, proprio come considera il corpo della donna un bene da sfruttare e aggredire, depreda le risorse naturali del pianeta. Per difendere la terra dobbiamo saper difendere noi stesse dalle aggressioni che subiamo, dicono le donne indigene che in Centramerica lottano per la difesa dei loro territori e hanno deciso di combattere contro il machismo delle loro comunità.
A leggere qualche dato sulla diffusione della cultura sessista e degli stereotipi di genere anche fra gli adolescenti, non c'è da ben sperare su una rapida scomparsa dei femminicidi.
C'è tanto da fare e ogni singolo gesto di contrasto a questi modelli culturali e comportamentali è un tassello importante e necessario nella lotta contro la violenza sulle donne
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